lunedì 24 novembre 2008

Post di Aragona e Gambescia

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Il disastro della scuola di Rivoli

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di Guido Aragona
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Da quello che viene riportato dai giornali, credo proprio che sarà molto difficile trovare un responsabile, un colpevole, dell'accaduto; a meno di trovare un capro espiatorio che paghi per tutti. Provo a dire brevemente perché.

1) Il controsoffitto crollato era in tavelloni. Questo tipo di controsoffitto, specie negli interventi su uffici e scuole, è in disuso da moltissimo tempo. Almeno da 30-40 anni, se non di più. Da allora, i controsoffitti si fanno normalmente con componenti industriali in pannelli su struttura metallica, e ispezionabili (per uffici, scuole); oppure in cartongesso (nelle case d'abitazione o laddove non esiste l'esigenza di ispezionare impianti sovrastanti il controsofitto).Se ne deduce che il manufatto crollato faceva parte di un intervento molto vecchio. Il progettista, se c'era, forse è già defunto o vecchissimo. Se c'era. Così come è probabile che non si sia più in grado di risalire all' impresa che realizzò i lavori.

2) la causa è stato il cedimento dei "pendini" in fil di ferro, probabilmente vecchissimi, che sostenevano un tubo di scarico in ghisa non più in uso, celato sopra il controsoffitto. In sostanza, per prevenire l'incidente, o le persone avrebbero dovuto avere la vista "a raggi x", oppure avrebbero dovuto esserci sondaggi e successivi disegni che rilevassero lo stato di fatto effettivo dei manufatti.

3) molto probabilmente il controsoffitto non aveva abbastanza barre d'acciaio all'interno, non era costruito a regola d'arte. Il che ci riporta all'interrogativo: è un difetto di esecuzione o anche progettuale? E a seguire: esisteva un progetto? Esistono disegni che documentino quell'intervento?

4) la risposta, secondo quanto dicono i giornali, è "no". Anzi, pare che non esistano del tutto i disegni della scuola. Questo mi pare più strano: perchè, quanto meno per l'ottenimento del cosiddetto NOP (Nulla Osta Provvisiorio dei Vigili del Fuoco) almeno i disegni delle piante e di qualche sezione dell'edificio dovrebbero esserci. Ma ci riporta alla successiva questione:

5) Guido Bertolaso, intervistato ieri da più parti, ha affermato: «Prendiamo la 626, la madre di tutte le leggi della sicurezza. Nei decreti cosiddetti “mille proroghe” si scopre che ogni anno - di sicuro fino al 2006 - qualcuno faceva sempre la proroga perché non venisse applicata negli edifici scolastici».

La legge 626, del 1994, non è in realtà la "madre" di tutte le leggi della sicurezza (importanti leggi vigenti sulla sicurezza risalgono agli anni '50), ma non importa. Il fatto vero è che l'applicazione della 626 negli edifici scolastici comporterebbe rilievi accurati degli edifici e dei manufatti in esso contenuti, anche riguardo al loro stato di manutenzione. E poi, la realizzazione di interventi organici - e non sporadici - di manutenzione straordinaria e messa a norma. Certo, costosi.Ciò porta al seguente responso preliminare: la responsabilità è stata dei governi e del parlamento. Quindi, "non ci sono responsabili", a meno di qualche capro espiatorio che magari aveva la funzione di "responsabile della sicurezza della scuola". Magari un professore di essa.Troppo comodo ... ed ancor più comodo, quasi osceno, parlare di "fatalità".

Guido Aragona
( tratto da http://bizblog.splinder.com/ )

Per gli aggiornamenti si veda qui: http://bizblog.splinder.com/post/19148523/Ancora+sulla+scuola+di+Rivoli%3A

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