giovedì 18 dicembre 2008

POST DI BINAGHI E VACCA
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I LIBRI DELL’ANIMA - Recensioni

Abitare il possibile. Perché no?

di Valter Binaghi

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Per quanto coltissimo e ricco di ampie citazioni alle poetiche e alle scuole critiche contemporanee, il libro di Antonio Spataro, Abitare nella possibilità (Jaca Book, Milano 2008, pp. 301, 24 euro http://www.jacabook.it/ ), va considerato, più che un saggio di critica letteraria, una vera e propria iniziazione alla lettura.
Leggere non per istruirsi né per distrarsi: leggere per vivere è l’unico modo di leggere possibile perché nel testo letterario c’è non la mimesi della vita o la sua spiegazione, ma più vita: la vita al quadrato. L’idea di letteratura che Spadaro esalta è ben lontana da quella scolastica, che fa dello scrittore un testimone del suo tempo o un innovatore del linguaggio ordinario: qui si tratta di un viaggiatore dello spirito, che conduce nei territori che la vita quotidiana percorre sbrigativamente nell’affanno della cura, e che la scrittura restituisce a una contemplazione saporosa, tutt’altro che passiva.
Abitare il possibile del testo letterario è immaginare attivamente, e per ciò stesso agire: non stupisce che Spadaro introduca un confronto tra l’immaginazione letteraria e l’immaginazione costruttiva che Ignazio di Loyola richiede al meditante, negli Esercizi Spirituali. In entrambi i casi si tratta meno di dis-porre i propri fantasmi che di articolare lo spazio del proprio impegno esistenziale, in un silenzio e in una solitudine che la vita corrente per lo più ci nega. Libro importante, questo, che ci restituisce all’essenza dell’evento poetico come pochi altri: per trovare un precedente di tale intensità devo tornare a letture antiche, come i saggi sulla “rêverie” poetica di Gaston Bachelard. Senza rinchiudersi come lui nella pura suggestione, Spadaro sceglie il linguaggio della teoria letteraria per condurci alla viva fonte che ne costituisce la ragion d’essere: fenomenologia, prima che analisi del processo creativo.
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