mercoledì 31 dicembre 2008

Apriamo il dibattito sulla questione israelo-palestinese con una appassionata analisi di Marco Cedolin cui segue un appello di Cloroalclero al boicottaggio economico di Israele. La prossima settimana verrà pubblicato un intervento in argomento di Carlo Bertani.
Precisiamo che si tratta di posizioni individuali, comunque interessanti, che tuttavia non riflettono alcuna posizione comune in materia di ContrAgorà.
Blog, come si sottolinea nella dichiarazione collettiva di intenti, che resta però aperto alla libera discussione delle idee più disparate.
(C.G.)
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Piombo fuso
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di Marco Cedolin
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E’ vero che non esiste mai una realtà oggettiva, ma solo tante piccole effimere realtà che mutano in funzione dell’angolazione con la quale osserviamo quello che accade intorno a noi. Lo si comprende bene di fronte all’ennesima strage di uomini, donne e bambini che Israele ha deciso di regalare al popolo palestinese per celebrare la fine dell’anno. Una strage raccontata dai media con distaccata superficialità, quasi in punta di piedi, prestando la massima attenzione a compiacere gli “alleati” di Tel Aviv. Oltre 400 persone già massacrate con l’ausilio di bombe e missili, in attesa che i carri armati israeliani invadano la striscia di Gaza per portare a termine l’operazione “Piombo Fuso” programmata da tempo con l’intento di annientare Hamas e qualunque prospettiva di resistenza palestinese.
Piombo Fuso, a solidificarsi al di sopra delle coscienze d’Occidente, per sigillare qualunque anelito di umanità possa ancora pervadere una società come la nostra che sta perdendo le ultime briciole di coerenza e scivolando in un medioevo dell’anima che trasuda vergogna.
Ci siamo prodigati per preservare la memoria dell’olocausto, ma quale dovrebbe essere lo scopo precipuo della memoria se non quello di far si che simili abomini non si ripetano mai più? Come si può indignarsi rispetto alle atrocità del passato, restando al contempo indifferenti e spesso giustificando quelle che fanno parte del nostro presente?
In Medio Oriente il genocidio continua, anno dopo anno, mese dopo mese ed ha il colore del piombo fuso che annichilisce la gente di Palestina, mentre il resto del mondo volge colpevolmente il proprio sguardo altrove. E’ un genocidio fatto di stragi travestite da operazioni militari, di omicidi mirati, di sopraffazione, di muri invalicabili, di assassini legalizzati, di omertà, della volontà di annientare un popolo insieme con il suo diritto ad esistere, le sue tradizioni e la sua dignità. Un popolo costretto a vivere dentro i campi profughi nella sua stessa terra, un popolo al quale sistematicamente Israele ruba tutto, perfino l’acqua, un popolo di ragazzini dalla gioventù negata, troppo spesso rassegnati a morire a 14 anni lanciando pietre contro un carro armato, poiché consapevoli del fatto che nessuno si prodigherà mai per farli uscire dal ghetto dove sono stati gettati con violenza prima ancora di nascere.
Dalla nostra prospettiva privilegiata di “civili” cittadini della UE che ricordano con sdegno la Shoah, ma ostentano malcelata indifferenza di fronte al martirio del popolo palestinese, la realtà ha i contorni netti del bianco e del nero. Israele è un Paese civile e democratico, costretto riversare piombo fuso sulla striscia di Gaza, come pianificato da tempo, in risposta all’improvviso lancio di razzi Kassam verso il proprio territorio. Hamas è un’organizzazione terroristica, incivile, antidemocratica bensì democraticamente eletta, unica responsabile della strage che si sta consumando.
Il bianco e il nero, quello che è giusto e quello che è sbagliato, le guerre buone e quelle cattive, la consapevolezza di manifestarci in qualità di alfieri della civiltà, depositari della verità che a Capodanno faranno esplodere i propri botti figli del baccanale consumistico - mondano, mentre a Gaza continueranno ad esplodere le bombe. Mentre il popolo palestinese continuerà a morire giorno dopo giorno, relegato dentro la sua prigione, a morire senza ricordo, senza memoria, senza un perché, senza che nulla mai possa intervenire a scalfire le nostre coscienze, inaridite come la terra dura del deserto.
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Marco Cedolin
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1 commento:

Michele Antonelli ha detto...

Grazie Marco!

C'è una realtà, molto semplice da capire, che però pochi hanno digerito: i fatti ce li racconta una delle parti in causa, cioè Israele. Chi ha passato la vita davanti a uno schermo, fidandosi di quello che racconta, è rimasto bambino e non si rende conto neanche di un fatto così elementare.

Oltre a questo c'è la paura. Di essere schedati; di essere accusati di antisemitismo. Quest'ultima produce molta ipocrisia: anche chi intuisce qualcosa che non va, in quello che ci raccontano, non lo ammette neanche a se stesso e preferisce lasciare in pace la propria coscienza credendo alla versione mediatica dei fatti.

Chi commette crimini a Gaza sa tutto questo, e continua a fare e a raccontarci quello che vuole. La nostra ignoranza e la nostra paura lo immunizzano.

Taciamo per quieto vivere, per non avere problemi. Questa nostra passività, invece, prelude (neanche tanto, ci siamo già in mezzo) a disgrazie non dissimili da quelle toccate ai palestinesi. I popoli ridotti come noi non sopravvivono a lungo.

Migliori saluti ebuon anno.

Michele