mercoledì 24 dicembre 2008

L’aborto non è un raffreddore
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di Nicola Vacca
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Abortire legalmente senza intervento chirurgico né anestesia, con un semplice farmaco, restando in laboDimensione carattereratorio poche ore. L’imminente introduzione della Ru486 sta già scatenando polemiche.
In realtà la questione è delicata visto che già esiste una legge sull’aborto che funziona anche bene.
L’introduzione dell’aborto facile attraverso la somministrazione di un farmaco ci mette di fronte a problemi etici che hanno a che fare con il concetto di responsabilità.
La diffusione di questa pratica diffonderà una deresponsabilizzazione delle strutture mediche e soprattutto comporterà una leggerezza di comportamento da parte delle giovani coppie che vivranno la loro sessualità con immaturità e leggerezza, sapendo di poter contare sul farmaco per sbarazzarsi in maniera sbrigativa di eventuali figli della colpa.
La pillola di cui si parla non è e non può essere considerata un anticoncezionale bensì un vero e proprio farmaco abortivo.
È particolarmente controverso anche dal punto di vista della sua sicurezza ed efficacia clinica.
La sperimentazione della Ru486, che non è un anticoncezionale ma un vero e proprio farmaco, introduce problemi seri. Ma occorre fare chiarezza ed uscire dall'ipocrisia di chi crede ancora che si possa far passare per anticoncezionale un farmaco abortivo e di chi - ancora peggio - pretende di convincerci che per la donna sarà tutto più facile. E che quindi debba essere diffusa (insieme alla pillola) anche una cultura della normalizzazione dell’ aborto facile.
Per dirla fuori dai denti: l’aborto non è un raffreddore.


Nicola Vacca

1 commento:

Cloroalclero ha detto...

che l'aborto non sia un raffreddore,ben lo sanno le donne che per secoli hanno provveduto tramite le mammane. Che la sessualità debba essere liberata dalla funzione riproduttiva, mi sembrerebbe una conquista antropologica, da ottenersi con un'adeguata educazione alla contraccezione.L'aborto se è possibile deospedalizzarlo, dovrebbe essere fatto quanto prima. L'ospedale è rischioso (elevatissime sono le infezioni contratte nei nosocomi italiani) cosi come l'anestesia sottopone ad effetti collaterali e possibilità di errore.
QUINDI la RU486 che in altri paesi si usa da decenni, mi sembra urgente e doverosa per migliorare la qualità della vita delle donne. Fermo restando che nessuno intende obbligare nessuno che non voglia usarla a farlo.
Le questioni morali sono un fatto individuale e non appannaggio dell'omino con le babbucce di Prada che prentende di essere un'autorità in materia.
buone feste
cloro