venerdì 19 dicembre 2008

Un patto contro l’antipolitica
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di Nicola Vacca
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Che amarezza aprire i giornali e vedere di nuovo la politica messa sotto accusa dalla magistratura. Dalla fine di Tangentopoli a oggi il sonno antiriformista della politica ha portato alla riapertura delle vecchie ferite giustizialiste.
Nulla sembra cambiato e l’affacciarsi di altre bufere giudiziarie si abbattono sull’intreccio tra politica e affari.
Il momento che viviamo sfiora la tragedia. Il risveglio delle procure nei confronti dei presunti politici corrotti e il dilagare dell’antipolitica più becera può riportare in vita una delle più infelici stagioni che l’Italia repubblicana abbia mai attraversato.
Dopo Mani pulite la politica aveva il dovere di rialzarsi, di svegliarsi dal suo torpore, ma soprattutto aveva il dovere di riempire quel vuoto che la giustizia o orologeria ha occupato con il tintinnio delle manette facili facendo pulizia con i processi sommari.
In questi anni la politica è diventata autoreferenziale, dando vita a una lunga stagione di transizione che ha procurato incertezza. La politica ha continuato a parlarsi addosso, evitando riforme e miglioramenti, permettendo all’antipolitica di diventare forte e entrare anche nel Palazzo.
Se oggi uno squallido personaggio come Di Pietro con il suo qualunquismo sgrammaticato e con il suo moralismo bacchettone riesce a conquistare un’opinione pubblica disincantata, la colpa è esclusivamente della latitanza della politica vera che si è rassegnata a prestare ascolto alle sue insignificanti vanità.
Bisogna fare qualcosa. Pdl e Pd devono mettersi insieme per dare vita a una stagione delle riforme condivise. Non possiamo permettere che nel Paese l’antipolitica cavalchi una nuova ondata giustizialista .
Noi già lo sapevamo che i compagnucci non sono mai stati dei grandi idealisti . Non abbiamo mai creduto nella loro superiorità morale. Lo abbiamo denunciato anni addietro, quando sponsorizzavano Di Pietro e compagnia che da loro avevano avuto l’incarico di rivoltare l’Italia come un calzino.
Non ci schieriamo nemmeno con coloro che vedono nelle manette che scattano ai polsi del Partito democratico una legge del contrappasso. Siamo i garantisti di ieri che sono rimasti garantisti pure oggi. L’avversario resta il moralismo della solita antipolitica che vuole abbattere definitivamente la democrazia.
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Nicola Vacca

(tratto da http://nicolavacca.splinder.com/ )

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